ISLAM, DE CORATO: A STRASBURGO MUSSULMANI SPARANO, A MILANO COMUNE PROGETTA "MUSLIM FRIENDLY&q
Ieri, a Strasburgo è accaduta l’ennesima strage, 3 morti e 13 feriti, per mano di un terrorista, Chérif Chekatt, 29 anni, nato nella stessa città nella quale ha compiuto l'attentato, ma di origini nordafricane, schedato per radicalizzazione. Oggi, in Italia, la notizia della scarcerazione, per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, dei cinque pakistani, presunti terroristi, arrestati il 24 aprile del 2015 in un blitz della Dda di Cagliari e della Digos di Sassari, in quanto ritenuti membri di una cellula legata ad Al Qaeda, con base a Olbia. Addirittura, secondo gli inquirenti, questa cellula ha avuto responsabilità nella strage dell’ottobre 2009 che provocò 137 morti e oltre 200 feriti al mercato di Peshawar, in Pakistan. Tra i cinque scarcerati, ai quali è stato imposto l’obbligo di dimora nei rispettivi domicili, c’è anche l’imam di Zingonia Hafiz Muhammad Zulkifal, che dovrà dunque restare presso il suo domicilio a Verdellino, nella bergamasca. Ma non è tutto, per i cinque, e per altri sei presunti terroristi arrestati nella stessa operazione e già scarcerati nei mesi scorsi, permane l’accusa dei reati di strage, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e raccolta illegale di fondi.
SALA PIANIFICA UNA MILANO "MUSLIM FRIENDLY"- Di fronte a tutto ciò cosa fa il sindaco di Milano? Pianifica una città " muslim friendly", con un progetto che prevede, tra le altre cose, 3 possibili nuovi luoghi in aree comunali, assegnate tramite bando aperto a tutte le confessioni religiose. Queste tre zone sono via Marignano, via Esterle e un’area all’interno del parcheggio Trenno di via Novara. Casualmente proprio i tre luoghi nei quali a giugno il Comune di Milano aveva proposto l’apertura di nuovi centri-moschee, che si andavano a sommare alla dichiarazione di accessibilità dei 4 seguenti immobili delle comunità islamiche: quello di via Padova/Cascina Gobba (Associazione Al-Waqf Al-Islami in Italia), quello via Maderna (Comunità Culturale Islamica Milli Gorus), quello di via Gonin (Associazione Culturale no profit Der El Hadith) e quello di via Quaranta (Comunità Islamica Fajr). Sembra che il loro programma abbia questa come unica priorità: riempire Milano di centri islamici-moschee, anche se è sempre più chiaro che siano culle del terrorismo islamico. Ne sono la prova l’imam di Zingonia e anche Abu Imad, l’ex imam egiziano della moschea milanese di viale Jenner, accusato di associazione per delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo e condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione e poi espulso dall’Italia. Viene da pensare che il vero motivo per cui Sala voglia ricandidarsi è per poter vedere, al termine del suo “lavoro” l’opera completa: Milano cosparsa di minareti.