BATTISTI, DE CORATO: NEL GIORNO IN CUI IL TERRORISTA COMUNISTA RIMETTE PIEDE IN ITALIA, FIORI DOVE H
Oggi, giorno in cui finalmente il terrorista comunista Cesare Battisti, è stato costretto a tornare in Italia, dove ha compiuto, come mandante o materialmente quattro omicidi, sono andato a portare dei fiori alle sue due vittime milanesi: l’Agente della Digos, Andrea Campagna e il gioielliere Pierluigi Torregiani. LE SUE VITTIME- Furono quattro le vittime di Battisti e dei PAC. La prima vittima fu Andrea Santoro, 52enne di Udine, città nella quale comandava con il grado di maresciallo il carcere di via Spalato. Battisti e una complice lo attesero davanti al carcere e, il 6 giugno 1978, lo freddarono con una pistola militare. Il 16 febbraio continuarono con una duplice azione: a Milano fu ucciso il gioielliere Pierluigi Torregiani, mentre a Mestre il macellaio Lino Sabbadin. Entrambi “colpevoli” di aver reagito al tentativo di rapina uccidendo uno dei rapinatori. Il gioielliere milanese fu ammazzato in un agguato, del quale Battisti fu mandante e ideatore, poco prima delle 16, davanti alla sua gioielleria nel rione Bovisa. Gli spararono mentre usciva dal negozio assieme al figlio: l’uomo fece in tempo ad estrarre la pistola e a far fuoco, ma non a salvarsi. Suo figlio, poco più che adolescente, invece si salvò, ma ferito alla spina dorsale, rimase paralizzato. Due ore dopo, alle 18 fu la volta di Lino Sabbadin. Due giovani entrarono nella sua macelleria a Santa Maria di Sala e gli spararono con una calibro 6,35. Il 19 aprile fu la volta di Andrea Campagna, agente appena 25enne della Digos milanese, al quale si avvicinò uno sconosciuto in via Modica, nel quartiere della Barona, che gli sparò. Cinque colpi di pistola calibro 375 magnum lo colpirono nella zona sinistra del torace, in corrispondenza del cuore, e lo uccisero.
FIORI IN ONORE MEMORIA DELLE DUE VITTIME MILANESI- Oggi, Battisti, dopo 37 anni dalla sua evasione dal carcere, in seguito alla condanna a 12 anni in primo grado per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni settanta, due compiuti materialmente e due in concorso con altri, e altrettanti anni di “protezione” da parte prima della Francia e poi del Brasile, è stato costretto a tornare in Italia. In questo giorno significativo, ho voluto onorare la memoria delle due vittime milanesi. Mi sono infatti recato, per rendere omaggio con dei fiori, sia al giardino di via Baldinucci e via Maffucci, intitolato a Pierluigi Torregiani, attigui alla sua gioielleria, sia in via Modica, dove venne ucciso l’Agente Campagna, sul cippo a lui dedicato.
Negli anni in cui Battisti ha continuato a fare i propri comodi in Brasile grazie alla protezione dell’ex Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, Matteo Renzi, sfoggiava la sua amicizia con quest’ultimo e i loro pranzi insieme. Fortunatamente oggi la “protezione internazionale” garantita dagli esponenti dei governi di sinistra è finita.
AL CONSOLATO BRASILIANO PER ESPRIMERE RINGRAZIAMENTO-Oggi, stringendomi ancora una volta al dolore delle famiglie delle vittime di Battisti, posso dire che finalmente, grazie anche a Jair Bolsonaro, neoeletto presidente esponente della destra brasiliana, la pacchia per Battisti è finita. Proprio per questo oggi ero presente al Consolato Generale del Brasile per esprimere la mia gratitudine al Console Eduardo dos Santos. Ora mi auguro che Battisti sconti, una volta per tutte, l’ergastolo.