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SICUREZZA, DE CORATO: SALA METTE LE MANI AVANTI E DICE CHE IN CINQUE ANNI DEL SUO MANDATO NON SI VED

Siamo contenti che Sala sulla sicurezza dorma sonni tranquilli. Dire che l’argomento viene strumentalizzato al 90% significa non accorgersi di quello che accade a Milano. Probabilmente perché più attento ad organizzare marce e pic nic pro immigrati che a leggere i dati Istat sui reati nel capoluogo lombardo decisamente imparziali. Milano guida la classifica di città con il tasso di delittuosità più alto di Italia, addirittura 10.908 delitti ogni 100 mila abitanti, un record, che riconferma l'emergenza sicurezza, al quale ormai Sala e la sua Giunta sono abituati, tanto da non farci nemmeno più caso. Andare a parlare di sicurezza nelle periferie fingendo di non vedere le problematiche che la riguardano, è oltraggioso per i residenti. Le cronache, ogni giorno, riportano di sequestri di droga e armi e di occupazioni abusive. Sala, da rappresentate privilegiato dei radical chic, pur avendo vinto le elezioni, non si è accorto di aver perso in quasi tutte le periferie. Probabilmente i cittadini delle zone più marginali della città sapevano già cosa li aspettava.

Nelle case Aler, secondo i dati ufficiali, su 3.092 occupazioni abusive a Milano, quasi 2.000 sono avvenute per mano di stranieri. In particolare ad occupare maggiormente sono gli egiziani con 572 occupazioni, i marocchini con 316 e i rumeni con 332.

Colgo l’occasione per ricordare, ancora una volta, all’Amministrazione Comunale di Milano che chi deve vigilare non è solamente l’Aler, che non dispone di polizia privata, ma sono in primo luogo i vigili, che con Albertini e la Moratti a Milano intervenivano con sgomberi nelle 48 ore successive all'occupazione, in flagranza di reato, come previsto dalla legge, e successivamente le forze dell’ordine.

In campagna elettorale Sala aveva affermato che la priorità, per il suo mandato, sarebbero state le periferie. Oggi, mette già le mani avanti dicendo che per risolvere i problemi ci vorrà parecchio tempo. Insomma, in cinque anni, forse riuscirà a realizzare qualche laboratorio di quartiere che allieterà i pomeriggi dei quartieri degradati.

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