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ISLAM, TERRORISMO, DE CORATO: BENE CIRCOLARE SALVINI A PREFETTI! NEL 2017 DA NOSTRA REGIONE MAGGIOR

È bene che, considerando la minaccia del terrorismo internazionale, “i centri di aggregazione e le associazioni culturali asseritamente ispirate alla fede musulmana” vengano tenuti sotto controllo, come indicato nella circolare di oggi del Ministro dell’Interno Salvini ai prefetti.

Come anche da lui ricordato, questi controlli devono essere fatti soprattutto in alcune regioni, fra le quali, per prima, la Lombardia. Niente di nuovo, purtroppo, visto che in questi ultimi anni abbiamo assistito a parecchie espulsioni o arresti sia di Imam predicatori estremisti, sia di civili che si sono radicalizzati frequentando centri islamici o moschee presenti nella nostra regione.

Proprio per questo, è importante che vengano monitorati questi luoghi d’incontro e centri islamici, spesso culle del radicalismo.

TERRORISMO E CENTRO ISLAMICO VIALE JENNER-Come nel caso del centro islamico di Milano in viale Jenner, che viene usato abusivamente come luogo di culto ed è stato frequentato da persone come: gli attentatori di Madrid; l’ex Imam terrorista Abu Imad espulso dal nostro paese per le sue prediche che istigavano al terrorismo; Abu Omar condannato con l'accusa di associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale; Abu Nassim, arrestato in Libia nel 2016, ex reclutatore di Al Quaeda a Milano e poi comandante dell’esercito dell’Isis in Libia, la cui radicalizzazione è avvenuta, appunto, frequentando le moschee di viale Jenner e via Quaranta; e Mohammed Game il libico che si è fatto esplodere con due chili di nitrato addosso davanti all'ingresso della Caserma Santa Barbara nel 2009.

TERRORISMO IN LOMBARDIA-Arresti ed espulsioni per il terrorismo islamico si sono verificati in questi anni anche nel resto della regione. In Lombardia, che conta 112mila clandestini e 1.153.835 regolari, gli stranieri residenti di fede islamica sono 360mila, pari a oltre un quarto del totale dei presenti in Italia, 150 mila solo a Milano. Si pensi che nel 2017 sono state effettuate almeno 48 espulsioni per terrorismo islamico di matrice radicale solo dal nostro territorio regionale, più che nelle altre regioni italiane.

Alcuni esempi che riguardano diverse province lombarde sono:

l’arresto e l’espulsione ad ottobre 2018 perché ritenuto un soggetto radicale dell’egiziano Ahmed Elbadry Elbasiouny Aboualy che da Perugia, dove la Digos aveva puntato su di lui i riflettori durante un’indagine per la prevenzione al terrorismo, si era spostato ad Orzinuovi, in provincia di Brescia, dove aveva continuato il suo compito di Imam nella moschea, ritenuta abusiva, del paese;

Idriz Idrizovic, kosovaro 39enne, è stato espulso nell’ottobre del 2017, viveva ad Olgiate Malgora, in provincia di Lecco, con la famiglia ed era stato Imam presso una moschea, sempre nel lecchese, dove si era contraddistinto come predicatore estremista.

Infine, c’è anche l’episodio di Hafiz Muhammad Zulkifal, l’imam di Zingonia, in provincia di Bergamo, arrestato e poi scarcerato a dicembre, per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, con l’obbligo di restare presso il suo domicilio a Verdellino, sempre nella bergamasca, arrestato nel 2015 in quanto ritenuto membro, insieme ad altri, di una cellula legata ad Al Qaeda, con base a Olbia.

Dunque, considerando anche che nella nostra regione si concentrano, come dimostrato dai dati e dalle notizie di cronaca, molti terroristi e futuri Jihadisti, come nel recente caso di Yusuf, siciliano convertito all’islam radicalizzato nei luoghi di culto islamici in Monza e Brianza, è bene che vengano tenuti sotto controllo tutti i centri di aggregazione e le associazioni culturali musulmane, come, ad esempio la moschea di Segrate, alle porte di Milano, e tutte le altre, regolari e non, sparse nel territorio lombardo.

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