SESTO SAN GIOVANNI, DE CORATO: MENTRE ALLE PORTE DI MILANO SIAMO A 500 DASPO, NEL CAPOLUOGO SI SONO
Il comune di Sesto San Giovanni, dall’insediamento della nuova amministrazione ad oggi, facendo buon uso del Daspo urbano previsto nella direttiva Minniti, dopo aver individuato come da legge nel regolamento di polizia urbana gli ulteriori luoghi in cui potesse essere applicato, ha già raggiunto 500 provvedimenti di allontanamento per contrastare fenomeni come bivacchi, commercio abusivo di merce contraffatta o non regolare e altre situazioni di degrado e insicurezza presenti in città.
Il Comune di Milano si è deciso, con due anni di ritardo, ad individuare nel regolamento di polizia urbana in quali zone applicare gli allontanamenti possibili per la direttiva Minniti. Una direttiva che, per altro, è targata Pd. Meglio tardi che mai. Ad un mese e mezzo di distanza dall’individuazione di queste zone, però, quanti daspo sono stati effettuati? Nei primi sei mesi di quest’anno a Sesto San Giovanni sono stati 127, che sommati a quelli avvenuti nel 2018 e 2017 diventano 500. La speranza è che anche Milano raggiunga e superi i numeri di Sesto San Giovanni, visto che quest’ultima città, di 81.822 abitanti, è più piccola di un Municipio meneghino. O tutti i delinquenti si concentrano nella cittadina alle porte di Milano o, come immagino, nel capoluogo lombardo il problema della sicurezza viene sottovalutato, perché a governare la città ci sono forze come “Milano Progressista”, amiche dei centri sociali, contrarie sia ai Cpr, sia, addirittura, ai taser per la polizia locale. Nella città di Sala i delinquenti anzi che essere allontanati, arrivano. Come, ad esempio, il marocchino arrestato oggi in città ritenuto responsabile, insieme ad altri tunisini, egiziani, pakistani e marocchini, della rivolta e del successivo danneggiamento del Cpr di Bari.