MONTANELLI, DE CORATO: “FEMMINISTE URLANO CONTRO GIORNALISTA, MA IN SILENZIO SU OMICIDI DONNE ISLAMI
Milano (16 giugno 2020)- “Dietro ai centri sociali che imbrattano statue e muri, ci sono ragazzi svogliati e annoiati, di certo non destinatari di premi Nobel per la pace o per la cultura”.
Questo è il commento di Riccardo De Corato, ex vice sindaco di Milano ed assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, in merito alle occupazioni, agli imbrattamenti dei centri sociali e alla manifestazione di questa sera sotto Palazzo Marino.
“A Milano gli anarchici hanno vita facile da ormai quasi 10 anni, ovvero da quando al governo della città c’è il centrosinistra. Forse, dopo l’imbrattamento della statua di Montanelli, rivendicato dal Centro sociale Lume, dopo le scritte infamanti sui muri contro Fontana e il Sindaco Sala fatte da alcuni ragazzi del Centro Sociale Zam e dei Carc, ora indagati, e dopo la manifestazione delle donne dei centri sociali ‘non una di meno’ che avrà luogo stasera davanti Palazzo Marino, l’amministrazione cittadina dovrebbe cambiare direzione, andando verso la tolleranza zero. Ricordo, a chi se lo fosse dimenticato, che questi artisti dell’imbrattamento sono gli stessi che nell’indifferenza del Comune hanno svolto il servizio di consegna pasti: le famose ‘brigate della Solidarietà per l’emergenza’. Il Lume occupa in viale Vittorio Veneto l’ex magazzino comunale del verde pubblico, mentre lo Zam occupa gli ex locali della centrale Termica di A2A in via Sant’Abbondio. E’ giunta l’ora di spezzare la catena dell’ambiguità: il Comune sgomberi da anarchici e no-global le sue proprietà. I milanesi non possono più tollerare l’impunità dietro la quale si celano queste persone. Le battaglie politiche si fanno nel rispetto delle regole o finiscono per essere poi ascritte a reati, come spesso ultimamente succede. Le femministe di ‘non una di meno’ che oggi manifesteranno sotto Palazzo Marino a sostegno del gesto in sfregio alla statua dei giardini di P.ta Venezia sono le stesse che lanciarono vernice rosa sopra il monumento di Montanelli durante il corteo per la giornata nazionale della donna l’8 marzo 2019. Colpisce il loro attaccamento al caso, ma viene da domandarsi- conclude De Corato- come mai per Hina Saleem, la ventenne pachistana uccisa nel 2006 a Sarezzo (Bs) dalla sua famiglia come punizione per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura d'origine, e per Sana Cheema ,25enne residente nel bresciano uccisa sempre dai suoi parenti nel 2018 perché non voleva accettare un matrimonio combinato in Pakistan, non si siano stracciate allo stesso modo le vesti”.
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