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GALLARATE (VA), MAXI RISSA, DE CORATO: “MISURE DI DETENZIONE E ‘DASPO WILLY’ SIANO DI MONITO PER ALT

GALLARATE (VA), MAXI RISSA, DE CORATO: “MISURE DI DETENZIONE E ‘DASPO WILLY’ SIANO DI MONITO PER ALTRI ADOLESCENTI. POLITICA SI INTERROGHI SU RUOLO FAMIGLIA E SCUOLA. TRA ARRESTATI ANCHE MINORI ALBANESI E NORDAFRICANI”

Milano (31 marzo 2021)- “Le severe misure inflitte ai 26 ragazzi, in maggior parte minori, italiani, albanesi, e nordafricani, che organizzarono e presero parte alla mega rissa dell’8 gennaio scorso a Gallarate sono un segnale importante”.

Afferma così l’Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, già vice Sindaco del capoluogo lombardo, in merito ai 26 daspo disposti dal Questore di Varese, Michele Morelli, e alle 17 misure di custodia cautelare emesse dalla Procura per i Minorenni di Milano nei confronti di alcuni ragazzi tra i 14 e i 18 anni che hanno partecipato ad una maxi rissa a Gallarate (Varese) l'8 gennaio scorso.

“La violenza non può essere un valore per i giovani e questo deve essere chiaro a tutti! Quelli della Questura di Varese e della Procura minorile milanese sono dei messaggi importanti.

Purtroppo, quello delle maxi-risse è un fenomeno tristemente diffuso. La classe politica deve porre l’attenzione sui comportamenti di queste generazioni di ragazzini che vedono nella violenza un valore aggiunto con una riflessione che porti, di conseguenza, a delle azioni serie e degne di nota.

Sarebbe interessante sapere da quali contesti familiari arrivino i 26 ragazzi. Non mi stupirei se gran parte di loro non provenisse da famiglie, diciamo, “disagiate”.

C’è un altro problema, indirettamente collegato a quello della violenza, che oggi troppi sottovalutano: l’abuso di sostanze stupefacenti sempre più in età adolescenziale. Non è difficile ipotizzare che si tratti di un problema che riguarda molti dei giovani che spesso si rendono partecipi o, addirittura, autori di questi eventi violenti.

L’avere inflitto alle 30 persone identificate 17 custodie cautelari e 26 “daspo Willy”, che nella pratica impedisce a coloro che ne sono destinatari ogni tipo di rapporto sociale, è un segnale forte anche per altri adolescenti.

Le parole con cui la Procura motiva la severità del provvedimento sono emblematiche della gravità dei fatti avvenuti: "necessario avvio di un percorso di responsabilizzazione, fornendo a questi giovani l'esperienza delle conseguenze della violazione della legge, in una prospettiva, che è quella specifica della Giustizia minorile, di rieducazione e di recupero sociale per ciascuno di loro".

Questa triste vicenda dovrebbe aprire un dibattito che vada oltre a quello delle pene inflitte e che faccia riflettere tutti sul valore educativo della scuola e quello della famiglia. Negli ultimi anni questi due attori sono diventati sempre più amici dei ragazzi e sempre meno educatori. Bisogna riportare al centro di ogni dibattito politico il valore educativo che spesso, a malincuore, deve essere fatto, come dice lo stesso Tribunale, di esperienze che passino anche da conseguenze che, nell’ambito della famiglia, possono essere castighi esemplari, oggi abiurati da una educazione amicale tra genitore e figli”, conclude De Corato.

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