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NOMADI, VIA SACILE, DE CORATO: BENE CHIUSURA,  COSTAVA 700MILA EURO ALL’ANNO. ORA ROM NON VENGANO SI

La decisone del Comune di Milano di chiudere il Centro di accoglienza temporanea (Cat) di via Sacile entro la fine dell'anno, sancisce il fallimento delle politiche di integrazione e accoglienza portate avanti in questi anni dal Comune stesso. L’Amministrazione fa un passo indietro e chiude la struttura di accoglienza nata principalmente per ospitare nuclei familiari con minori e soggetti fragili in seguito a sgomberi, che abbiano accettato un percorso di inclusione con il settore politiche sociali del Comune di Milano. Un servizio che costa al comune 700mila euro l’anno. Però, l'Amministrazione ci tiene a precisare che si preoccuperà di ricollocare alcuni di loro nei centri per l'autonomia abitativa o in appartamenti e strutture che stiamo reperendo. Speriamo non si tratti di strutture comunali. Trattandosi, per lo più, di persone sgomberate da campi abusivi, l’assegnazione di un alloggio comunale violerebbe, infatti, il regolamento regionale riguardante, appunto, le assegnazioni di questi appartamenti. Chiaramente è positivo che venga chiusa questa struttura che pesa sulle tasche dei milanesi, ma è vergognoso che, ancora una volta, reduci da sgomberi vengano sistemati dal Comune in strutture ed alloggi, alla faccia dei 25mila milanesi che da 20 anni attendono l’assegnazione di una casa popolare. Adesso, dopo la chiusura, è necessaria anche una bonifica del territorio circostante. Intorno a questa struttura infatti dilaga l'abusivismo, dalla baraccopoli di nomadi sorta intorno alla struttura, alle numerose villette, sempre abusive, comparse all’interno del vicino campo rom di via Bonfadini 38, all'occupazione dell’ex palazzina guardiania Sogemi. Serve ripristinare decoro e la legalità in questa zona.

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