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SICUREZZA, DE CORATO: SALA E CSX SU QUESTO TEMA SEMPRE DI TRAVERSO MENTRE SINDACO FIRENZE DEFINISCE

L’articolo 2 del Tulps, Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, prevede che “Il Prefetto, nel caso di urgenza o per grave necessità pubblica, ha facoltà di adottare i provvedimenti indispensabili per la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica”. I decreti Minniti e Salvini danno potere di collaborazione tra sindaci e Prefetti, per individuare, attraverso i regolamenti di polizia urbana, (art.9 comma 3 d.l 20 /2/17 n.14) le ulteriori aree cittadine dove disporre l’applicabilità del daspo urbano e zone rosse. Da un lato il sindaco del Pd di Firenze, Dario Nardella, ha affermato tre giorni fa, lunedì 15 aprile, in merito all'ordinanza della prefettura che nel centro di Firenze ha istituito per tre mesi la 'zona rossa', 17 aree off-limits per chi è stato denunciato per spaccio o per reati contro la persona, che "è un provvedimento che non critico, perché è una misura temporanea, che serve ad allontanare gli individui già noti alla forze dell'ordine come spacciatori o piccoli criminali" ed è una misura "utile per un semplice motivo: considero la sicurezza un diritto" e queste azioni "servono a dare più tranquillità alla cittadinanza". Per ciò "sminuirli è sbagliato".

Dall’altro oggi, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, dello stesso partito di Nardella, dichiara che "Qualora la Prefetta di Palermo dovesse adeguarsi alla direttiva emanata da Salvini sulle cosiddette 'zone rosse', adiro' al Tribunale amministrativo per la sospensione e l'annullamento di questo provvedimento". La direttiva di Salvini, di ieri, con la quale si chiede ai Prefetti di intervenire, applicando quanto previsto dal Tulps, individuando loro le “zone rosse” anti degrado nelle città, si inserisce nel clima confusionale nel quale si trovano i sindaci del Pd, come dimostrato dalle opinioni contrastanti. Inoltre questa direttiva mira a sopperire all’inattività di molti sindaci che ancora oggi non hanno individuato le zone nelle quali applicare le misure anti degrado previste dalla legge. È una buona iniziativa, questa, che sollecita i sindaci a lottare contro le situazioni di degrado che caratterizzano le zone di molte città. Come ad esempio, a Milano ci sono numerose aree in mano alla droga, dal boschetto di Rogoredo, a Piazza Duca d’Aosta, dove bivaccano giorno e notte clandestini spacciatori, alle zone della movida, come Corso Como o le colonne di San Lorenzo, dove, anche qui, chi vende stupefacenti la fa da padrone. Non sorprende che sul tema “zone rosse” lo scorso 12 aprile Sala si sia mostrato dubbioso e che oggi abbia bocciato la direttiva di Salvini. Quando si parla di sicurezza il primo cittadino, il suo assessore, Anna Scavuzzo, e il centro sinistra sono sempre di traverso. Per loro non esiste alcun problema legato alla sicurezza, forse perché sono troppo impegnati in marce e pic nic pro immigrati.

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