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PRETE UCCISO, DE CORATO: “MIA VICINANZA A FAMIGLIARI E DIOCESI DI COMO. TROPPI SQUILIBRATI IRREGOLAR

Milano (15 settembre 2020)- “Esprimo la mia solidarietà a tutta la diocesi, la comunità di Como e alla famiglia del povero don Roberto Malgesini, ucciso proprio da chi lui stesso si impegnava quotidianamente ad aiutare”.

Afferma così l’ex vice Sindaco di Milano ed assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato in merito all’assassinio di un sacerdote avvenuto questa mattina a Como da parte di un senzatetto tunisino.

“Questo triste omicidio sottolinea come ai margini delle nostre città vivano comunità di irregolari anche destinatari di mandati di espulsione senza niente da perdere. Addirittura persone squilibrate che girano armate di coltelli da cucina. Già in passato si sono verificati episodi simili: nel 2013 a Milano, in zona Niguarda, il clandestino ghanese Kabobo uccise tre passanti con un piccone; lo scorso anno in Largo la Foppa, sempre a Milano, una 64enne è stata sgozzata da uno squilibrato bengalese irregolare che con un coccio di bottiglia l’ha ridotta in gravi condizioni. Proprio ieri, perché non in grado di intendere e di volere l’aggressore è stato assolto; A settembre 2019, infine, in Piazza Duca D’Aosta uno yemenita irregolare spinto da delle “voci” ha accoltellato un militare dell’operazione “strade sicure”. Sono tutte persone irregolarmente presenti sul nostro territorio con mandati di espulsione mai eseguiti. Non è possibile che le nostre città siano piene di emarginati extracomunitari con evidenti problemi psichici che non hanno nulla da perdere ad andare in carcere, dove ottengono un posto letto, cibo, istruzione e cure mediche a spese dei cittadini italiani. Nelle carceri lombarde sono 251 i detenuti tunisini. In tutta la Lombardia, secondo Orim e Polis, sono 2.460 i clandestini provenienti dalla Tunisia. Nel 2020 sono sbarcati sulle coste italiane ben 8.623 migranti tunisini. Mi auguro- conclude De Corato- che questa vicenda faccia aprire gli occhi su tutte queste mine vaganti sparse per le nostre città, decisamente troppe, e pronte ad esplodere da un momento all’altro”.

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