COMO, PRETE UCCISO, DE CORATO: “COSA DEVE FARE UN CLANDESTINO PLURIPREGIUDICATO PER ESSERE RIMPATRIA
Milano (24 settembre 2020)- “Mi chiedo cosa debba fare un clandestino pluripregiudicato per essere inserito nell’elenco delle persone pericolose per la sicurezza nazionale ed essere subito rimpatriato”.
Commenta così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, la risposta data dal Ministro Luciana Lamorgese in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen in merito alla pericolosità dell’assassino di don Roberto Malgisi.
“Una condanna definitiva per maltrattamenti ed una per estorsione non bastano? Il 53enne di nazionalità tunisina, Ridha Mahmoudi, destinatario di diversi mandati di espulsione, per confermare la sua non pericolosità nei giorni scorsi ha pensato bene di aggredire due agenti penitenziari durante il trasferimento al carcere di Monza.
“Esiste un problema rimpatri”. Forse era questo che il Ministro avrebbe dovuto dire oggi, al posto della sterile difesa d’ufficio di quanto accaduto a Como.
Ricordo che anche Kabobo, l’assassino col piccone di Niguarda, era un immigrato con mandato di espulsione e con vari reati alle sue spalle come furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
Non dobbiamo aspettare un’altra tragedia per capire che persone con il foglio di via in mano che vivono di espedienti e nell’illegalità sono bombe pronte ad esplodere.
Consiglio al Governo e al Ministro, invece di concentrarsi su come disfare il Decreto Sicurezza, di lavorare su una legge che rimpatri nel minor tempo possibile gli immigrati clandestini cancellando anche- conclude De Corato- quella norma che prevede la possibilità di presentare ricorso all’istanza di espulsione potendo rimanere liberi nel nostro Paese fino a che la sentenza non passi in giudicato. Mi auguro che l’apertura del Cpr di via Corelli possa togliere dalla circolazione questi delinquenti rispediti di volta in volta nella loro città di origine”.