VIOLENZA SULLE DONNE, DE CORATO: “NEL RICORDO DI HINA E SANA DUE RAGAZZE LOMBARDE UCCISE PER L’EMAN
Milano (24 novembre 2020)- “Domani è la giornata contro la violenza sulle donne. Sicuramente un evento che dovrebbe far fermare tutti a riflettere su cosa significhi essere donna al giorno d’oggi e sui rischi, che ancora, si corrono. Basti pensare semplicemente a questo periodo nel quale il Covid ha costretto diverse donne ad una ancor più stretta convivenza con il loro carnefice. L’uomo che, nel segno di un possessivo e malato amore, le umilia in continuazione o, ancor peggio, utilizza la più infame violenza per sottometterle”.
Afferma così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, in merito alla giornata di domani contro alla violenza sulle donne ed alla mobilitazione delle femministe.
“Oggi in Italia, in particolar modo in Lombardia, abbiamo a che fare con comunità di stranieri che per la loro pseudo cultura trattano le donne come fossero oggetti di loro proprietà. Mi riferisco a tutto quel mondo islamico dove la figura della donna è subalterna all’uomo e dove i matrimoni combinati sono ancor oggi la normalità.
Si può pensare ad Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa dai parenti l’11 agosto 2006 come punizione per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura d’origine. Accanto al suo ricordo c’è anche quello di Sana Cheema, la 25 enne, sempre pakistana, sgozzata ad aprile 2018 nella terra d’origine dal padre e dal fratello perché si era innamorata di un ragazzo italiano ed aveva intenzione di sposarlo. Oltre alle loro due storie, nelle quali l’integrazione è stata pagata col caro prezzo della vita, ce ne sono tante altre fatte di violenze e segregazioni. Il 16 aprile 2011 una studentessa di soli 19 anni era stata rinchiusa in casa dai genitori che le avevano organizzato un matrimonio combinato in Pakistan. Il 29 settembre 2012 un’altra 19enne pakistana, dopo aver rifiutato un matrimonio organizzato dalla famiglia, era stata sequestrata in casa e violentata dal cugino come punizione. Il 21 novembre 2015 un indiano ha cosparso di benzina la moglie 26enne e le ha dato fuoco perché si era troppo “occidentalizzata”. Il 19 agosto 2016 un altro indiano è stato arrestato per le violenze che da sei anni faceva subire alla giovane moglie. Il 13 luglio 2018 una 18enne pakistana si è rivolta alla Polizia dopo anni di maltrattamenti, minacce e imposizioni, compresa quella di un matrimonio combinato. Il 19 settembre 2019 sono stati arrestati i genitori ed il fratello di una ragazza che veniva minacciata di fare “la stessa fine si Sana” se non avesse accettato il matrimonio. Il 24 ottobre del 2019 è stato arrestato a Brescia un 46enne sudanese telepredicatore islamico per aver picchiato ripetute volte negli anni la moglie. Va ricorda, inoltre, che la violenza non è solo quella fisica ma anche quella morale, che punta ad umiliare e svilire le donne.
Queste violenze fisiche e psicologiche non vengono quasi mai denunciate, per vergogna, per paura ed anche perché, follemente, giustificante dalle proprie usanze e dalla propria cultura.
Mi auguro- conclude De Corato- che domani le femministe di “Non una di Meno” mobilitate per questa giornata, spendano almeno una parola per l’emancipazione di queste donne. È un valore che fa parte del vivere civile della nostra società e chi arriva da noi non deve in alcun modo pensare di poterlo mettere in dubbio in nome di una religione o di tradizioni arcaiche originarie del loro Paese”.