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CPR VIA CORELLI, DE CORATO: “TERZA RIVOLTA IN POCO PIU’ DI DUE MESI DA APERTURA. RADDOPPIARE CONTING

Milano (07 dicembre 2020)- “Ieri, nel Cpr di via Corelli a Milano aperto a fine settembre è scoppiata la terza rivolta. La struttura, che ospita immigrati in attesa del rimpatrio, è stata nuovamente danneggiata. Già dopo i disordini del 12 ottobre u.s. e del 20 novembre u.s., il sindacato di polizia Sap aveva denunciato la parziale inagibilità del centro ulteriormente danneggiato nella giornata di ieri”.

Commenta così l’ex vice Sindaco di Milano ed assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, la rivolta avvenuta ieri nel Cpr di via Corelli a Milano.

“E’ chiaro, dopo questo ennesimo episodio di violenza che non fa altro che confermare la natura delinquenziale degli “ospiti” del centro, che serva raddoppiare il contingente delle forze dell’ordine e servano più uomini in assetto antisommossa pronti ad intervenire. Se le rivolte continuano, significa che coloro che si trovano nella struttura hanno troppa facilità di muoversi. Questa volta hanno bruciato dei materassi. Viene spontaneo domandarsi come sia possibile che questi si trovino in possesso di materiale incendiario, con il rischio, come è avvenuto ieri, che possano creare seri danni alla struttura, mettendo in pericolo anche la vita degli agenti operativi all’interno del Cpr. Ovviamente, parallelamente alla rivolta, i “No-Cpr” continuano con la loro battaglia contro questi centri, insinuando persino che agli extracomunitari viene fornito cibo scaduto. Questa sinistra cerca di far passare i Cpr come luoghi di tortura, quando invece l’unica vera vittima di aggressioni e violenze è il personale in divisa. Il Centro per i rimpatri deve essere visto e concepito come un carcere che precede l’espulsione e non certo come un luogo di villeggiatura in attesa del rimpatrio. Coloro che vi soggiornano sono quasi tutti extracomunitari con precedenti penali che a continuare a comportarsi da balordi non hanno nulla da perdere. Per questo il loro soggiorno deve essere concepito come un arresto e non come un momento di aggregazione e riabilitazione. Queste rivolte continuano a delineare con chiarezza i personaggi con i quali hanno a che fare gli uomini in divisa, ai quali esprimo la mia vicinanza e gratitudine. Mi auguro – conclude De Corato- che i responsabili di questa ennesima rivolta vengano al più presto rimpatriati nel Pese di origine!”.

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